Oggi ancora pesce!! La nostra Jessica è alle prese con i calamari … sapete che il calamaro era un mollusco già molto amato e apprezzato nell’antichità sia dai greci che dai romani? Plinio, che fu uno dei primi scrittori a parlarne, ne scrisse come di una mostruosità dai tentacoli non più corti di dieci metri e dalla testa grande come 15 anfore romane messe insieme. Il calamaro è anche chiamato “pesce calamaio” per via del denso liquido scuro che rilascia, assai simile all’inchiostro … Dice di loro: “Si cuoce il calamaro con la farina, e si frigge, e poi s’asperge con succo d’aranci. Meglio si cuoce in acqua, e vino al pari, oglio, pepe, et herbe odorifere, col suo succo”. da Trattato della natura dè cibi et del bere di Baldassarre Pisanelli, medico bolognese (XVI secolo) … ecco invece la ricetta proposta da JV.
Calamari ripieni alla Jv
Ingredienti per 4 persone:
- 8 calamari di piccole dimensioni
- 4 fette di pane bianco
- 1 provola affumicata
- 200 gr di pancetta affumicata
- sale, pepe, aglio, olio evo, peperoncino
- timo
- vino bianco per sfumare
Procedimento:
Pulire i calamari togliendo la testa e svuotare la sacca (se non volete sporcarvi le mani, fatevi aiutare dal pescivendolo di fiducia…), poi iniziare a preparare il ripieno. Far tostare brevemente i ciuffi insieme alla pancetta in una padella con aglio, olio e peperoncino e sfumare con poco vino bianco. Tritare quindi i ciuffi e la pancetta appena saltati in padella insieme alla provola e al pane bianco, sistemare di sale e pepe e il nostro ripieno è pronto. Farcire i calamari con il ripieno preparato, facendo attenzione a non riempirli troppo (altrimenti in cottura si rischia di far uscire tutto!!!!!!) e incidire il calamaro imbottito per far si che non si gonfi troppo in cottura. Far rosolare per 10 minuti con del timo fresco.
JV li serve con della crema di piselli (vedi ricetta nell’articolo precedente) oppure con del purè di patate.
Altra curiosità sui calamari: i suoi nomi variano da regione a regione: in Friuli-Venezia Giulia è chiamato “totano del riso”, nelle Marche “trufello” e in Liguria “totano gentile”. Gli antichi credevano che sognare un calamaro (o seppie e polpi) significasse stanchezza, spossatezza, perché questi molluschi non hanno struttura scheletrica. I calamari sono ricchi di vitamine A e B1, nonché di calcio e fosforo. Sono invece poverissimi di grassi e colesterolo.
Complimenti!! Che belle ricette e sicuramente buone!!! Proverò pure io. Ma se ho bisogno di veloci informazioni su ingredienti..preparazione .. Cottura posso mandare una mail?
Buon pomeriggio.
Elena
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